ABBAZIA DI POMPOSA, CODIGORO FERRARA
DOMENICA 20 MARZO 2016
Durata della Visita 2 ore circa
Posti disponibili N° 35
Quota di partecipazione : € 5,00
Ritrovo in palestra a Trivignano ore 13.30
Ritrovo ore 15.20 parcheggio dell’Abbazia
Massima puntualità.
Per il pagamento della quota passare in segreteria entro il Venerdì precedente all’uscita
L’eventuale comunicazione di rinuncia deve avvenire entro il 15 Marzo 2016, diversamente la quota di partecipazione non verrà rimborsata.
PRENOTAZIONI E PAGAMENTO: presso la segreteria della palestra. Tel.3283819364
Lun.- Mar.- Merc.- Giov.-Ven. dalle 17.00 alle 19.00
Telefonare: Girardi Eugenio 041 909958 cell.3408532657
www.polisportivaarcobaleno.it – info@polisportivaarcobaleno.it
L'origine dell'Abbazia risale ai secoli VI-VII, quando sorse un insediamento benedettino su quella che era l'Insula Pomposia, un'isola boscosa circondata da due rami del fiume e protetta dal mare. Dopo il Mille cominciò la stagione di maggior splendore e divenne centro monastico fiorente votato ad una vita di preghiera e lavoro, la cui fortuna si legò alla figura dell'abate San Guido. Il monastero pomposiano accolse illustri personaggi del tempo, tra i quali è da ricordare Guido d'Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note. Chi ama l'arte antica non deve perdere l'occasione di ammirare nella basilica di Santa Maria uno dei cicli di affreschi più preziosi di tutta la provincia di ispirazione giottesca e il bellissimo pavimento a mosaico con intarsi di preziosi marmi collocati tra il VI e XII secolo.
Dal chiostro si accede alla Sala del Capitolo, affrescata nel XIV secolo con una Crocifissione, i ritratti di San Benedetto e di San Guido, abate di Pomposa, e ai lati ritratti monocromi di Profeti. Nella vicina Sala del Refettorio si trovano tre affreschi ben conservati che rappresentano, da sinistra, l’Ultima Cena, Cristo in trono con la Vergine, San Giovanni Battista e i Santi Benedetto e Guido, e a destra il Miracolo di San Guido, in cui il beato abate trasforma l’acqua in vino alla presenza dell’arcivescovo di Ravenna, Gebeardo.